venerdì, marzo 14, 2008

La strategia dell'Ariete


Ogni mattina mi faccio prestare la bambina da portare all'asilo e LA Labrador color miele da portare a passeggio.
La mia amica dice che è un modo sicuro di portare a casa uno straccio di fidanzato nei canoni da loro stilati.
Sarà, ma a me per ora mi è capitato solo di essere fermata da, in ordine sparso: pony express, cinesi di differente tagliamisuraesesso, nonnine con la borsa della spesa, postini in bicicletta, vecchi inaciditi che accusano LA labrador di essere portatrice di malattie rare e incurabili, vigili intenti a monitorare che LA labrador non lasciasse traccia organica sul marciapiede, mamme accompagnanti, tate accompagnanti, altri cani di differente tagliamisuraesesso, scappati di casa e badanti.
La cosa non mi pesa, anzi, mi fa anche piacere, perchè la popolazione di padri accompagnanti pargoli alla scuola materna, almeno nella zona in cui "opero" mi risulta quasi nauseante.
E' la créme de la Crème del radical chic intellettual milanese. Tutti o quasi in bicicletta e corredati da: barbe incolte, spettinature ben curate, clarck, "manifesto- repubblica-liberazione" sotto il braccio, borse di tela sdrucite, tracolle in cuoio consunto, occhiali in punta di naso, figlie di nome giulia e barche a vela chiamate asia.
Quindi, direi che il progetto delle amiche premurose andrà a farsi fottere anche a sto giro, e anche a sto giro mi sento di molto sollevata...

mercoledì, marzo 12, 2008

sulla canna della bicicletta


Tutte le volte che vedo qualcuno che cavalca una bicicletta e si porta sulla canna un passeggero mi esplode il cuore.
E' solo invidia.
Per il passeggero, ovvio, anche se un vago ricordo del dolore al posteriore e del freddo dell'acciaio della canna sempre sul posteriore c'è ancora.
Ed è invidia anche per il cocchiere, che può approcciare il corpo del passeggero senza troppe scuse, anche se è pesante spingere due corpi come se fossero uno.
Oggi, finalmente in una giornata di sole in un'insolita Milano quasi piacevole ho visto la prima bici della stagione primaverile con due passeggeri nella posizione sopra descritta.
Sarà che ero seduta, con le gambe accavallate in un'insolita minigonna, al tavolino all'aperto di un bar su una piazzetta chiusa al traffico.
Sarà che ai miei piedi avevo accucciato uno splendido esemplare di Labrador color miele che sembrava proprio mio, sarà che ho pagato il caffè un prezzo decente, ma la cosa mi ha scrostato un po' di malo - cinismo e malfidenza nei confronti dell'essere umano.
Malo- cinismo e malfidenza aumentata esponenzialmente dopo le 23 della sera scorsa, quando le parole "You'll never walk alone..." non sono state più recepite solo come il pezzo finale di Fearless dei Pink Floyd.
A volte basta poco per farmi sentire meglio...